“(…) La rete dei diritti fondamentali dà a ciascuno la dignità di persona, non lascia nessuno naufrago del proprio destino, mantiene viva la speranza della pace, della libertà, dell’eguaglianza. I diritti umani sono pertanto un limite sia all’autorità degli Stati, sia alla libertà incondizionata dei singoli; rappresentano il paradigma e la cartina di tornasole della stessa giuridicità degli ordinamenti. Non c’è legge, né diritto, né giustizia senza il pieno riconoscimento dei diritti e l’effettiva possibilità di realizzarli. (…) Quando la tutela dei diritti umani spezza la logica delle frontiere per affermare un ordine pubblico di giustizia per le persone, si deve avere il coraggio di considerare la centralità dell’uomo come anello di congiunzione tra le diverse tradizioni costituzionali, le diverse fonti del diritto, e finanche le diverse giurisprudenze, nazionali e internazionali, che richiedono, anzi impongono di accettare la contaminazione virtuosa e reciproca del sapere giuridico come leva e ancoraggio di una prospettiva saldamente comunitaria e solidale. La prospettiva dei diritti abbatte ogni steccato ideologico. Si affievoliscono le distinzioni tra diritto interno ed esterno, tra common law e civil law, tra pubblico e privato. (…)”
Pietro Grasso Presidente del Senato della Repubblica italiana
“Quali sono le proprietà che mi rendono un certo individuo e mi distinguono da ogni altra cosa che esiste nel mondo? Si tratta di proprietà puramente fisiche oppure anche di caratteri mentali? Qual è la natura delle persone umane? Che cosa fa sì che una data persona esista in tempi differenti, sopravvivendo a una drastica serie di cambiamenti, ma restando sempre la stessa entità? E a quali cambiamenti, invece, non potrebbe sopravvivere? (…) Da questa prima lista di questioni emergono due tematiche principali: il problema della natura delle persone e quello dei criteri della loro identità attraverso il tempo. (…)
Michele Di Francesco – Enciclopedia Italiana Treccani – VII Appendice (2007)